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SABATO 26 OTTOBRE 2013
Pugna Victa Est
Lo so che a molti probabilmente non fregherà una beneamata minchia ma quando riesco a vincere una guerra dopo innumerevoli battaglie perse mi piace condividere.
Dovendo occuparmi di molte faccende di casa scabrose, tipo quelle dove in genere occorre un tecnico o uno specialista ma con i chiari di luna che ci sono o me li risolvo da solo o amen, mi è capitato testé di dover combattere con lo scarico del lavandino del bagno otturato.
Ora già vi sento “Beh, che ci vuole, sviti il tappo del sifone e levi ciò che fa da tappo”.
E se vi dicessi: “Non è nel sifone il tappo”
Voi: “Ah, beh, uhm, allora, cioè”, rumore di passi di corsa, sportello che si chiude, rumore di un motore che si avvia, stridore di ruote, rumore di auto che si allontana verso il Messico.
Tutto comincia una bella mattina, quando vedo che l’acqua ristagna e non va giù, invettive a profusione contro mio fratello che fa cadere i tappini delle lenti a contatto una volta si e l’altra pure nel lavandino, che avrò dovuto svitare il tappo del sifone per levarle almeno quattro volte nell’ultimo mese.
Svito il tappo del sifone ma… è vuoto, tutto il tubo dall’inizio dello scarico fino al muro è vuoto, vuoto…
E adesso?
Bella domanda.
La prima battaglia, quella di ricognizione semplice dal sifone è miseramente persa.
Well played scarico, well played.
Ovviamente la successiva battaglia è anche la più scontata, se i metodi gentili non bastano si passa alla forza bruta, stura lavandini a ventosa.
Ma dopo innumerevoli tentativi che si protraggono anche nei giorni noto ogni volta solo un indebolimento dello schieramento nemico, ma mai una sconfitta totale.
Quindi anche la seconda strategia di battaglia non da i suoi frutti e vince ancora lo scarico.
Di nuovo, well played scarico.
Quindi a questo punto opto per la strategia che molti dittatori totalitari del medio oriente in genere usano, armi chimiche (e speriamo che non mi sente Obama che sennò sono cazzi miei).
Compro un buon sgorga tutto, un prodotto di quelli che se te lo rovesci addosso fai la fine del tizio in Robocop che s’era fatto una nuotata nell’acido.
Metto metà flacone nello scarico e aspetto 15 minuti, come scritto sulla confezione, poi irroro abbondantemente con acqua calda.
Tasso di miglioramento: nullo.
E per la terza volta, well played scarico…
Tento quindi con l’altra metà del flacone, lo lascio a macerare due ore, poi irroro abbondantemente con acqua a 100°, riprovo a vedere i miglioramenti: niente.
E lo scarico continua a stravincere, well played scarico.
Quindi ricapitolando, la diplomazia non ha sortito effetti, così neanche l’attacco violento in stile guerra lampo, armi chimiche oltre a mietere vittime fra i civili non hanno minimamente intaccato le forze belliche del nemico.
A questo punto, visto che ormai lo scarico era pressoché completamente intasato e inutilizzabile, chiedo aiuto a un grande stratega che da anni si occupa di queste guerre e chissà quante ne avrà vinte: il titolare del negozio dei sanitari.
Io mi ero già fatto un’idea, la cosa più semplice sarebbe stata avere una sorta di sondino a spirale, tipo molla, che potesse intrufolarsi nel pertugio (giusto come si usa nel calcio) e ruotando su se stesso avrebbe potuto agganciare lo schieramento nemico e così demolirlo con violenza, ma mi sono anche detto che la mia era una fervida immaginazione, che non potevo pretendere di trovare una cosa tanto assurda, come una “molla sondino”.
Allora ci ho riflettuto e ho pensato anche ad un aspirapolvere, se a spingere non si ottiene nulla, forse lo si ottiene a tirare.
Vado insomma dal titolare del negozio dei sanitari già con un piano pronto ma prima chiedo a lui senza esporre il mio piano.
Lui: “Beh, che ci vuole, vai dal ferramenta e compri una molla sturatubi”.
La molla sturatubi, cioè, la molla, cacchio, e c’ero anche arrivato da solo, ma mai avrei pensato che qualche malato di mente ci fosse arrivato prima di me, che ne penso di cose assurde.
Compro quindi sto accrocco, una molla cilindrica di 5 metri, spessa un mezzo centimetro e con la spirale in punta.
Torno a casa e inizio subito l’operazione “Raiger”, ovvero questo abile incursore che ruotando su se stesso penetra fino in fondo nello scarico fino ad arrivare al tappo e ad agganciarlo, una vera trivella, proprio come il Getter Raiger.
E dopo essere penetrata quasi 4 metri nello scarico sento un certo attrito, giro, rigiro, cerco di andare avanti, niente, rigiro un po’ e tiro, come quando si pesca, tira tira e ti esce fuori un gomitolo di capelli che ci si faceva un paio di guanti.
Faccio un’altra perlustrazione ma adesso entra tutta la molla nei suoi 5 metri senza problemi.
Rimetto i tubi apposto, provo il lavandino, perfetto.
Well played molla, well played.
Lo scarico avrà anche vinto le sue battaglie ma la guerra l’ho vinta io.
Pubblicato da Debiru (22:06) Commenti 3
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SABATO 31 AGOSTO 2013
Sfiga Augustea
Ovvero la sfiga ad Agosto. Penso che questo deve essere stato probabilmente l'Agosto più sfigato della mia vita, forse non il più triste, o più cupo, ma sicuramente quello con quel pizzico di sagace sfiga agostina in più, quella marcia in più che solo Agosto a volte può avere.
Per prima cosa partiamo dal fatto che quest'anno Agosto è coinciso con il mese di massima penuria monetaria del mio 2013. A seguito di ingenti spese, aiuti economici in famiglia, sfighe varie, etc., mi sono ritrovato ad affrontare il buon mese di Agosto con la prospettiva di non muovere una paglia e di rimanere in standby per aspettare magari un momento più economicamente propizio, quindi mentre il mondo se n'è andato a fare vacanza dove gli pareva (magari vendendosi gli ori di famiglia come fa Pozzetto perché non in grado di affrontare una vacanza in tempo di crisi) io ero a casa a grattarmi sonoramente voi sapete cosa (e a tenermi stretti gli ori della prima comunione che tanto al massimo ci alzo un biglietto intercity per Milano sola andata). Ma visto che già mi accingevo a passare un'estate abbastanza di cibo per stercorari il destino ha voluto infierire un po' tanto perché una sfiga da sola non bastava…
Iniziamo, prima sfiga a sorpresa, si sfonda il 2° fornello della cucina, quindi si rimane con soli due fornelli, che già con tre non era semplice ma con due è la nevrosi. Tale cucina ha fatto sempre la scassa palle sin dal suo primo giorno di servizio, avendo essa un sofisticato sistema di protezione dalla fuoriuscita del gas (così era scritto) se si accendeva il fornello bisognava premere la manopola e non lasciarla subito a fiamma accesa, altrimenti si spegneva la fiamma, all'inizio si doveva rodare e il tempo di premuta non era proprio breve, della serie che l'acqua bolliva e ancora stavi premendo la manopola. Ma anche a rodaggio avvenuto le bestemmie facevano il fumo per far rimanere accesa la fiamma, ci volevano le tecniche segrete sennò potevi anche aspettare che bolliva l'acqua… Poi un fornello non rimaneva più acceso, anche se stavi mezza giornata tenendo premuta la manopola… Poi la mia prima settimana di ferie da carestia anche il 2° fornello decide che non è più il caso di rimanere acceso… E quindi vai a comprare il nuovo piano cottura, il più sudicio possibile (un Bosch in offerta a 139€) e montalo, da solo, che mo me so imparato pure a montare i piani cottura da incasso…
Seconda sfiga a sorpresa, nella seconda settimana, il notebook di mio fratello (che un tempo era il mio) un Acer 5920G non malvagio a suo tempo, non manteneva più l'orario, sicuramente s'era fottuta la batteria del bios, cosa che su un desktop è estremamente facile da sostituire e da reperire… già, su un desktop. Per cacciare fuori quell'infame batteria ho dovuto smontare pure la Madonna, che poi stava anche in un punto facilmente raggiungibile, peccato che la batteria era incollata alla scocca ed era impossibile sfilarla senza smontare tutto. Bestemmie a profusione per trovare da qualche parte una batteria di ricambio (una da desktop la trovi anche dal tabaccaio sotto casa, questa no, è faiga, se la tira, mica la trovi ovunque…). La batteria originale non la trovo, ne trovo una surrogata ma dello stesso tipo, ma devo dargli di saldatore. Rimonto tutto (mentre vedevo inquietanti pezzi di plastica rotta uscire dal notebook, mio fratello non ha molta cura delle sue cose) e riaccendo, ovviamente il fottuto notebook non parte più neanche a bestemmiare, se anche si accende comunque va in errore. Mi sono pure giocato il notebook di mio fratello, che ormai aveva pure la sua età e di giri ne ha fatti… Quindi si preventiva un'altra spesa in futuro… un notebook nuovo…
Terza sfiga a sorpresa, terza ed ultima settimana di ferie, Martedì, la settimana è da poco iniziata e già va in malora, internet non va, il router, il buon vecchio Linksys, è connesso bene all'ADSL, ma Internet cade ogni 30 secondi, è pressoché impossibile navigare. Sai, fra una grattata e un lavoretto intorno casa un po' di navigazione ci può stare, l'alternativa è dormire e basta… Chiamo la telecom, mi risponde una che avrà avuto l'età di mia madre e ne sapeva probabilmente anche meno di mia madre di ADSL, il che è significativo, la quale cercava di spiegarmi come funziona un router ADSL, a me che è una vita che li configuro e che so come funzionano le reti, e neanche mi faceva parlare per spiegare la mia situazione! "Perché se la lucina ADSL del suo modem è accesa lei ha sicuramente un problema alla WIFI", "Signora, veramente non credo…", "Mi lasci finire, la sua WIFI avrà un'interferenza, deve cambiare canale", "Signora, io non...", "Cambi il canale come le ho detto", "Signora, io sono connesso in Lan…", "Comunque la WiFi", si vabbeh, buona notte. Dopo diversi tentativi di fargli capire che la sua conoscenza teorica dell'ADSL oltre che errata era un millesimo della mia, inutilmente, ho riattaccato, ho provato a cambiare filtro ADSL (ne ho sempre di scorta), ma anche con un altro filtro non andava. Richiamo la telecom e richiedo tassativamente l'intervento del tecnico, perché loro si ostinavano a dire che il problema era mio e se il tecnico veniva e scopriva che era colpa mia allora mi addebitavano 150€ di intervento. Me ne frego, come diceva Guzzanti in Fascisti su Marte, vada per il tecnico tanto sono sicuro che è colpa loro. Ma siccome sono stufo dei ricatti della telecom nel frattempo che aspetto il tecnico faccio un po' di esperimenti, come acquistare un router di scorta TP-Link, sudicio da 24€, ma buono come ruota di scorta. Anche lui cade in continuazione, ma qualcosa non mi quadra, mi pare di scorgere delle lag nel navigare il menù del router che non c'erano quando lo stavo configurando col notebook. Dopo varie sperimentazioni si delinea uno scenario sconvolgente, il colpevole delle cadute era Atomo, il muletto sempre acceso e connesso in Lan vicino al router, che per qualche strano motivo interferiva con i router, quindi richiamo la telecom per disdire la chiamata del tecnico, a parte che mi dicono che non gli risultava nessuna richiesta di intervento del tecnico (?!?) ma che se il tecnico mi chiamava potevo disdire io direttamente… Quarta sfiga, conseguenza della terza, devo mettere una nuova scheda lan ad Atomo, nulla di più semplice, ne ho tipo tre di scorta, tutte pci, Atomo ha una sola pci, una passeggiata, peccato che Atomo monta Ubuntu.
Ho passato un pomeriggio in preda all'isteria e al paradosso spazio temporale, dopo aver provato 5 schede (due Via, una Realtek, una Wireless D-Link, una Lan TP-Link comprata apposta) e aver notato che Ubuntu le vedeva a rodimento di culo, nel senso magari si, magari no, a piacere, sono giunto alla tragica decisione "Fanculo ubuntu, fanculo (prendere il calendario e leggere tutti i nomi sotto i giorni), metto windows!". Incredibilmente windows non la vede a culo la lan nuova, la vede EBBASTA.
Quinta sfiga, Mercoledì, una giornata in cui prevedevo lo startup di Atomo dopo il backup e format del giorno prima che inizia subito subito col piede giusto, mia madre: "Senti, c'è la lavatrice che non parte". Mapporcpputtndllmadnn… ". Provo a vedere ma non garantisco, mica so un riparatore di lavatrici (ancora)". Provo a smanettare col tubo dell'acqua che a detta di mia madre potrebbe essere otturato, visto che non arriva l'acqua al cassetto, dopo averlo pulito e disincrostato riproviamo a farla partire, frulla un po', niente acqua nel cassetto, un paio di fuochi d'artificio escono dal frontalino, si alza puzza di bruciato, stacco la spina, "penso proprio che non ci sia nulla da fare" e scappo col jet pack, no, quelli sono i rage comics. Mia madre impreca "E pensare che proprio ieri avevo pensato 'speriamo che la lavatrice duri ancora che con sti tempi di crisi…'" "Oh, ma che gliel'hai tirata!?!?". Morale della favola, giro delle sette chiese (Euronics, Mediaworld, Marcopolo, Saturn) per una nuova lavatrice, presa una sudicia Panasonic in offerta a 269€, in finale neanche poi così sudicia… Conseguente mazzo tanto per portarla a casa, cambiarla con la vecchia, montarla e smaltire la vecchia… sudore a profusione e bestemmie. Giovedì, ore 00:05, tecnicamente mi sento ancora dentro Mercoledì, reduce dalla lavatriciata, ma la sesta sfiga è dietro l'angolo.
Mentre sto finendo di configurare Atomo nelle sue nuove vestigia improvvisamente internet non va più, ma non che cade o altro, no, è tutto perfettamente funzionante, il router mi da pure velocità di banda estreme, ma se provo a navigare non si muove una paglia, neanche riesco a caricare la pagina speedtest.net per fare una prova. La mattina provo a cambiare router, filtro, a ristaccare tutte le lan, niente, proprio in quel momento bussa al telefono la terza sfiga, il fantomatico tecnico che mi doveva risolvere il problema del Martedì mi chiama Giovedì mattina, toh, capita proprio a fagiuolo… Gli spiego il problema e lui si prende in carico di risolverlo, solo che praticamente nonostante mi avesse detto che avrebbe richiamato entro 30 minuti diventa un essere evanescente, richiama tipo dopo tre ore quando non sono a casa per chiedere se il modem era acceso, mia madre non sapendo che dire gli chiede di richiamare al mio ritorno. Io torno poco dopo, il tecnico non si fa più sentire. Verso le 16 penso di chiamare la telecom per chiedere se è il caso di denunciare alle autorità la sparizione del tecnico ma miracolosamente internet riparte in pompa magna… Un tecnico a cui piace lavorare nell'ombra come Batman… Oggi è Sabato, Venerdì sembra che l’abbia sfangata, Lunedì torno al lavoro, ho ancora quindi compreso oggi due giorni pieni per altre sfighe, dite che ce ne saranno altre? Ma soprattutto vivrò per narrarle? Saluti a tutti… Pubblicato da (16:44) Commenti 0
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MERCOLEDì 21 AGOSTO 2013
Contestazioni
Dopo anni mi accingo a riscrivere sul mio blog, a causa di certi beoti ho perso interesse a scrivere liberamente, purtroppo questo non è e non credo sarà mai un mondo completamente libero e anche avere un blog anonimo non è sufficiente ad avere un minimo di libertà di espressione, ma questa è un'altra storia…
Volevo altresì parlare di contestazioni, se ne sente parlare parecchio in questi tempi bui, chi contesta perché non gli pagano lo stipendio, chi perché non vuole si aprano nuove discariche, chi perché gli arriva una pallonata in spiaggia, insomma, chi contesta a volte ha ragione e a volte torto, io in genere difficilmente contesto (e quando lo faccio prendo denunce pur avendo ragione, ma è pur sempre la solita altra storia di cui sopra), ma mai avrei creduto di essere contestato io … Però cominciamo dall'inizio, va prima spiegato il contesto storico e culturale, ovvero Italia, Agosto, settimana dopo Ferragosto, Lunedì e Martedì, 2013, piena crisi economica. Sicuramente molti italiani saranno già tornati al lavoro dopo ferie misere e insoddisfacenti, vista la crisi, e quando uno è insoddisfatto è anche stranito.
In soli due giorni ho visto cose che in genere vedo nell'arco di un mese di peregrinazioni stradali, tipo un tir che per punizione voleva incaprettarsi due auto che avevano osato uscire da uno svincolo davanti a lui, tipo gente che sorpassa e si dimentica di rientrare dopo il sorpasso e dopo aver quasi fatto un frontale con me invece di scusarsi mi indica la via per un certo paese, o anche gente a bordo di potenti moto che cerca di sorpassare ignari automobilisti (a destra) che tentano di entrare in una via (a destra) inserendo la freccia con un sostenuto anticipo (200 metri) e che visto il mancato sorpasso contestano civilmente l'ostacolo che si sono trovati avanti…
Avrete capito che c'è un certo grado di nervosismo nell'aria questi giorni, ebbene, in questo contesto storico mi ritrovo in un supermercato che è uno spettacolo per gli occhi, nuovo, enorme, prezzi bassi, un luogo che sarebbe da prendere come punto di riferimento per i ricercatori universitari che conducono studi sui casi umani. Il reparto frutta all'inizio è molto rappresentativo, una bolgia infernale, sembra una boutique durante i saldi, ma anche il resto del supermercato non scherza, una quantità di carrelli parcheggiati in doppia fila o di traverso che sembra di stare nelle via laterali della Tuscolana il sabato pomeriggio. Prendo i miei porci numeri per il banco dell'affettato e quello della carne e attendo, intanto rimiro i vari casi umani che mi passano avanti (come l'anziano che staziona davanti agli scaffali della birra che chiede a tutta voce alla moglie dove possano mai essere gli scaffali della birra). Per prima cosa prendo gli affettati, visto che mi tocca prima rispetto alla carne, poi finito con questi, mi reco, a fatica passando fra innumerevoli casi umani smarriti in questo turbine di luci, cibo ed odori, al banco della carne col mio numero 63 in mano. Arrivo che sono al 61 (boce de colo, come direbbe il buon Carletto Mazzone), attendo il mio turno, vedo la signorina del banco che fa per chiamare il 63 e io alzo la mano, lei pigia il pulsante per passare al 63 ed inizia a servirmi. Dopo pochi secondi che mi sta servendo arriva la collega e fa “Vede, c'è un problema, ehm, c'è una signora che le contesta il fatto che lei non possiede il numero 63”. Me la guardo, se la guarda anche la signorina che mi serviva, tutti e due con una faccia WTF?. “Mi faccia il piacere, gli faccia vedere il suo numeretto…”. Ora, partiamo dal concetto che se sei sicuro che io non abbia il numero 63 è possibile che lo abbia tu il 63, ma se ce l'ho io non puoi averlo tu, quindi da cosa ti viene la convinzione? Mi avvicino alla signora, sulla settantina con marito al seguito e con gesto plateale alla giapponese, con un quarto d'inchino accennato tipo quando si porge un biglietto da visita gli mostro il numeretto “prego”. Lei mi guarda soddisfatta “Va benissimo, grazie”.
Certo che arrivare alla sua età per fare figure di cibo per stercorari con me la deve aver molto gratificata, specialmente gli sguardi eloquenti delle addette al banco che sembravano dire “ma un pacco di cazzi tuoi no?”. Per la prima volta mi sono sentito dire di essere stato contestato, certo, per un numero al banco della carne è ridicolo, ma ora mi sento sempre più un politico, la denuncia ce l'ho, la contestazione pure, con i tempi biblici della giustizia è capace pure che il mio caso venga prescritto (invece che archiviato come lo dovrebbero aver già fatto da oltre un anno) , dopodiché non mi rimane altro che il parlamento, sono a cavallo.
Saluti a tutti! Pubblicato da (12:57) Commenti 2
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